Osservando i mercati finanziari in questi ultimi mesi, una riflessione mi si è fatta sempre più pressante: stiamo assistendo a uno di quei momenti storici in cui le placche tettoniche dell’economia globale iniziano a muoversi. L’oro che tocca quotazioni mai viste prima, il dollaro che mostra segni di cedimento strutturale, e soprattutto un debito pubblico americano che ha raggiunto dimensioni astronomiche. Quaranta trilioni di dollari rappresentano una cifra che sfugge alla comprensione umana, eppure è la realtà con cui dobbiamo fare i conti. La situazione americana presenta inquietanti paralleli con quelle economie che negli anni Ottanta sembravano solide fino al momento del collasso. Il Messico del 1982, l’Argentina dei default seriali, il Venezuela prima del crollo petrolifero: tutti paesi che……
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