Dopo oltre vent’anni passati ad osservare i mercati finanziari, posso affermare con certezza che esistono pochi strumenti di analisi tecnica tanto potenti quanto sottovalutati come i LAP, acronimo di Livelli di Accumulo e Posizionamento. Se state leggendo questo articolo, probabilmente avete già una buona conoscenza dell’analisi tecnica, ma permettetemi di condividere con voi alcune riflessioni che ho maturato nel corso degli anni su questo particolare approccio all’interpretazione dei movimenti di mercato.

I LAP rappresentano essenzialmente quelle aree di prezzo dove si concentra un interesse significativo da parte degli operatori istituzionali. Non stiamo parlando dei classici supporti e resistenze che tutti conosciamo, ma di qualcosa di più profondo e strutturale. Immaginate di poter vedere attraverso il velo del mercato e individuare esattamente dove i grandi fondi hanno costruito le loro posizioni: ecco, questo è ciò che i LAP ci permettono di fare.

La teoria alla base dei LAP nasce dall’osservazione che i grandi operatori non possono entrare o uscire dal mercato in un singolo momento. Quando un fondo d’investimento decide di accumulare una posizione da svariati milioni di euro su un titolo, non può certo farlo con un unico ordine senza far schizzare il prezzo alle stelle. Deve necessariamente distribuire i suoi acquisti nel tempo, e questo processo lascia delle tracce ben visibili sui grafici.

Ricordo ancora quando, nel 2019, seguivo con attenzione le azioni di STMicroelectronics. Il titolo aveva passato quasi tre mesi a muoversi lateralmente tra i 13 e i 14 euro, con volumi apparentemente normali. Molti analisti parlavano di “fase di consolidamento”, ma osservando attentamente i pattern di volume e la distribuzione degli scambi durante le sedute, era evidente che si stava formando un LAP di accumulo. La conferma arrivò quando il titolo ruppe al rialzo con volumi esplosivi, iniziando un movimento che lo portò oltre i 20 euro nei mesi successivi.

Ma come si identificano concretamente questi livelli? Il primo elemento da considerare è il volume. Non il volume grezzo, ma la sua distribuzione nel tempo e nei vari livelli di prezzo. Utilizzo sempre il Volume Profile, che mi permette di visualizzare esattamente a quali prezzi si sono concentrati gli scambi. Quando vedo una barra di volume particolarmente pronunciata che si è formata nel corso di diverse sedute, so di essere di fronte a un potenziale LAP.

Il secondo aspetto fondamentale è il comportamento del prezzo in prossimità di questi livelli. Un vero LAP agisce come un magnete: il prezzo tende a essere attratto verso questi livelli e, una volta raggiunti, spesso si verifica una reazione significativa. Non è raro vedere il mercato testare ripetutamente un LAP prima di decidere la direzione definitiva.

Prendiamo ad esempio quanto accaduto su Generali nel 2021. Il titolo aveva formato un chiaro LAP intorno ai 15,50 euro durante la fase di accumulo primaverile. Ogni volta che il prezzo si avvicinava a quel livello dal basso, si verificava un’accelerazione degli acquisti. Quando finalmente il livello venne superato in modo definitivo, divenne un solidissimo supporto che venne testato con successo ben quattro volte nei mesi successivi.

Un errore comune che vedo fare a molti trader è considerare i LAP come livelli statici e immutabili. In realtà, questi livelli sono dinamici e la loro forza può variare nel tempo. Un LAP che non viene testato per molti mesi tende a perdere efficacia, mentre uno che viene confermato ripetutamente diventa sempre più significativo.

La gestione del rischio quando si opera con i LAP richiede particolare attenzione. Personalmente, non piazzo mai lo stop loss esattamente sul livello del LAP, ma sempre qualche tick sotto (o sopra, in caso di posizioni short). Questo perché so che gli algoritmi di trading e i market maker spesso spingono il prezzo leggermente oltre questi livelli per far scattare gli stop loss prima di invertire la direzione.

Un aspetto che molti trascurano è l’importanza del timeframe nell’analisi dei LAP. Un LAP identificato sul grafico settimanale avrà un’importanza strutturale molto maggiore rispetto a uno visibile solo sul grafico a 15 minuti. Per chi opera sul medio-lungo periodo come molti di voi, consiglio di concentrarsi sui LAP visibili almeno sul timeframe daily, meglio ancora se confermati anche sul weekly.

L’integrazione dei LAP con altri strumenti di analisi tecnica può amplificare notevolmente l’efficacia delle nostre operazioni. Quando un LAP coincide con una media mobile importante, un livello di Fibonacci o una trendline di lungo periodo, la probabilità che quel livello tenga aumenta esponenzialmente.

Ricordo un caso emblematico su ENI nel 2020, durante il crollo causato dalla pandemia. Il titolo aveva formato un LAP storico intorno ai 7,20 euro che coincideva perfettamente con il ritracciamento del 78,6% di Fibonacci del movimento rialzista 2016-2018. Quando il prezzo raggiunse quel livello, la reazione fu violentissima, con un rimbalzo di oltre il 40% nelle settimane successive.

Per chi opera sul breve periodo, i LAP possono essere utilizzati anche per operazioni intraday, ma con alcune accortezze. In questo caso, consiglio di utilizzare i LAP del giorno precedente come riferimento e di prestare particolare attenzione ai primi 30-60 minuti di contrattazione, quando spesso si formano i nuovi LAP della giornata.

Un concetto avanzato che voglio condividere riguarda i “LAP nascosti”. Si tratta di livelli che non sono immediatamente visibili sul grafico del prezzo, ma che emergono analizzando altri indicatori come il Market Profile o il Cumulative Delta. Questi livelli spesso rappresentano aree dove gli operatori istituzionali hanno posizionato ordini significativi che non si sono ancora manifestati pienamente nel prezzo.

La psicologia del mercato gioca un ruolo fondamentale nella formazione e nel funzionamento dei LAP. Questi livelli diventano punti di riferimento psicologici per molti operatori, creando profezie che si autoavverano. Quando un numero sufficiente di trader identifica lo stesso LAP e agisce di conseguenza, il livello acquisisce ancora più forza.

Nel corso degli anni ho notato che i LAP tendono a essere particolarmente efficaci in determinati contesti di mercato. Durante le fasi di trend ben definite, i LAP fungono da eccellenti punti di ingresso per posizioni in direzione del trend principale. Nelle fasi laterali, invece, possono essere utilizzati per operazioni di range trading, comprando sui LAP inferiori e vendendo su quelli superiori.

Un aspetto che ritengo fondamentale è la conferma del LAP attraverso il comportamento del mercato. Non basta identificare un potenziale livello di accumulo; è necessario vedere come il mercato reagisce quando il prezzo lo raggiunge. Se vedo un rallentamento del movimento, un aumento improvviso del volume e magari la formazione di pattern di inversione come doji o hammer, allora ho la conferma che il LAP è ancora attivo.

Una tecnica avanzata che ho sviluppato nel corso degli anni riguarda quello che chiamo “LAP multipli convergenti”. Si verifica quando identifichiamo LAP su timeframe diversi che convergono nella stessa area di prezzo. Ad esempio, se un LAP sul grafico daily a 25 euro coincide con un LAP sul weekly a 24,80 euro, quella zona tra 24,80 e 25 euro diventa un’area di supporto o resistenza estremamente robusta. Ho visto questo fenomeno su Intesa Sanpaolo nel 2022, quando tre LAP di timeframe diversi convergevano intorno ai 2,10 euro, creando quello che si rivelò essere il minimo assoluto prima di un poderoso rialzo.

Un altro concetto che merita approfondimento è la “migrazione dei LAP”. Con il passare del tempo e l’evolversi delle condizioni di mercato, i LAP possono spostarsi gradualmente. Questo accade tipicamente quando un titolo entra in una nuova fase di crescita o declino strutturale. Il LAP non scompare improvvisamente, ma si sposta progressivamente verso nuovi livelli. Monitorare questa migrazione può fornire indicazioni preziose sul cambiamento delle dinamiche di mercato sottostanti.

Parliamo anche della correlazione tra LAP e opzioni. Chi opera anche con le opzioni sa bene che certi strike price attraggono volumi enormi di open interest. Ebbene, questi livelli spesso coincidono con i LAP sul sottostante. Non è un caso: i market maker e gli operatori istituzionali utilizzano le opzioni per proteggere o amplificare le loro posizioni sul sottostante, creando di fatto una doppia conferma del livello. Quando vedo un LAP che coincide con uno strike ad alto open interest, so di essere di fronte a un livello che difficilmente verrà violato facilmente.

Un fenomeno interessante che ho osservato riguarda i “LAP stagionali” su certi titoli. Alcune azioni, specialmente quelle legate a business ciclici o stagionali, tendono a formare LAP ricorrenti in determinati periodi dell’anno. Le utility, ad esempio, spesso formano LAP di accumulo in estate per poi vedere movimenti significativi con l’avvicinarsi dell’inverno. Tenere traccia di questi pattern stagionali può offrire un vantaggio temporale nell’identificazione delle opportunità.

C’è poi l’aspetto dei “LAP di distribuzione”, il rovescio della medaglia dei LAP di accumulo. Mentre questi ultimi si formano quando le mani forti comprano, i LAP di distribuzione nascono quando gli istituzionali scaricano posizioni. Identificarli è cruciale per evitare di rimanere intrappolati in falsi breakout. Si riconoscono da volumi elevati senza progressi di prezzo significativi, spesso accompagnati da divergenze negative sugli oscillatori.

Un errore che vedo commettere spesso riguarda l’interpretazione dei LAP in contesti di mercato estremi. Durante i panic selling o le fasi di euforia estrema, i LAP tradizionali possono temporaneamente perdere efficacia. In questi momenti, il mercato è dominato dall’emotività e i livelli tecnici vengono spazzati via come foglie al vento. Tuttavia, è proprio in questi momenti che si formano i nuovi LAP più significativi, quelli che domineranno l’azione del prezzo per mesi o addirittura anni.

Vale la pena menzionare anche l’utilizzo dei LAP nel trading di spread e pair trading. Quando due titoli correlati mostrano LAP a livelli relativi diversi, può crearsi un’opportunità di arbitraggio. Ho sfruttato questa tecnica diverse volte nel settore bancario, quando per esempio Unicredit mostrava un LAP forte mentre Intesa appariva vulnerabile, creando opportunità di spread trading molto profittevoli.

Per concludere, voglio sottolineare che i LAP non sono la bacchetta magica del trading. Come ogni strumento di analisi tecnica, hanno i loro limiti e devono essere utilizzati nel contesto di una strategia più ampia. Tuttavia, la loro capacità di rivelare dove si concentra l’interesse degli operatori istituzionali li rende uno strumento prezioso per chiunque voglia operare con maggiore consapevolezza sui mercati.

Il mio consiglio è di iniziare a osservare i LAP sui titoli che seguite abitualmente. Prendete nota di dove si formano, di come il prezzo reagisce quando li raggiunge e di quali conferme aggiuntive potete trovare. Con il tempo e la pratica, l’identificazione e l’utilizzo dei LAP diventerà una seconda natura, aggiungendo un’arma potente al vostro arsenale di trading.

Un aspetto che non ho ancora menzionato riguarda l’uso dell’intelligenza artificiale e del machine learning nell’identificazione dei LAP. Negli ultimi anni, alcuni hedge fund hanno sviluppato algoritmi sofisticati che analizzano milioni di dati tick per identificare pattern di accumulo invisibili all’occhio umano. Anche se noi trader retail non abbiamo accesso a questi strumenti avanzati, possiamo comunque sfruttare indicatori come il Cumulative Volume Delta o il Money Flow Index per avere una visione più profonda di cosa sta accadendo sotto la superficie del mercato.

Mi preme anche parlare del concetto di “LAP inversi” o “vuoti di liquidità”. Si tratta di aree di prezzo dove storicamente si sono verificati pochissimi scambi, creando delle zone di vuoto che il prezzo tende ad attraversare velocemente. Riconoscere questi vuoti è altrettanto importante quanto identificare i LAP tradizionali, perché ci permette di capire dove il mercato potrebbe accelerare improvvisamente. Su Stellantis, per esempio, c’era un vuoto di liquidità tra 13 e 14 euro che, una volta entrato in quella zona, il titolo ha attraversato in sole tre sedute.

Un ultimo consiglio pratico: create un diario dei LAP. Io mantengo un database Excel dove registro ogni LAP significativo che identifico, con data di formazione, volumi associati, numero di test e outcome di ogni test. Questa pratica mi ha permesso di affinare enormemente la mia capacità di distinguere i LAP veramente significativi da quelli temporanei.

Ricordate sempre che il mercato è in costante evoluzione e che ciò che funzionava ieri potrebbe non funzionare domani. Mantenete sempre un approccio critico e adattativo, e non smettete mai di imparare. I LAP sono solo uno dei tanti tasselli del complesso puzzle che è l’analisi tecnica, ma padroneggiarne l’uso può fare davvero la differenza nei vostri risultati di trading.

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