Il colosso della mobilità Uber Technologies Inc. (NYSE: UBER) ha rilasciato ieri i risultati finanziari del primo trimestre 2025, mostrando una solida crescita ma ricevendo una fredda accoglienza da Wall Street. Le azioni hanno chiuso in calo del 2,54% dopo l’annuncio, lasciando molti investitori a chiedersi se il gigante della gig economy stia perdendo slancio o se il mercato avesse semplicemente anticipato risultati ancora più brillanti.

Uber ha registrato numeri impressionanti: un utile per azione (EPS) di 0,83 dollari, significativamente superiore alle aspettative degli analisti di 0,51 dollari. I ricavi trimestrali hanno raggiunto 11,53 miliardi di dollari, in crescita del 14% su base annua, ma leggermente al di sotto delle previsioni di 11,62 miliardi. La domanda sorge spontanea: perché le azioni sono scese nonostante risultati complessivamente positivi?

La risposta potrebbe risiedere nel fenomeno “buy the rumor, sell the news” – il titolo ha registrato un rally significativo nelle settimane precedenti alla pubblicazione dei risultati, con un incremento di oltre il 25% dai minimi di febbraio 2025. Il mercato aveva già “prezzato” gran parte delle buone notizie, rendendo difficile per Uber superare le aspettative elevate degli investitori.

Guardando ai dati fondamentali, la crescita di Uber rimane solida. Il CEO Dara Khosrowshahi ha sottolineato che la base di consumatori è cresciuta del 14% anno su anno, raggiungendo 170 milioni di utenti attivi mensili (MAPC), mentre le corse sono aumentate del 18% rispetto all’anno precedente, toccando quota 3 miliardi.

“Abbiamo iniziato l’anno con un altro trimestre di crescita redditizia su larga scala, con corse in aumento del 18% e una retention degli utenti ancora più forte”, ha dichiarato Khosrowshahi. Un fatto notevole è che l’azienda ha generato un EBITDA rettificato record di 1,9 miliardi di dollari, in crescita del 35% su base annua, convertendosi in un flusso di cassa libero di 2,3 miliardi di dollari.

La divisione Mobility (ex UberX) ha continuato a mostrare una forte crescita, con un aumento delle prenotazioni lorde del 20% a valuta costante. Il margine EBITDA rettificato per questa divisione ha raggiunto un record dell’8,3%, dimostrando che la strategia di mantenere i prezzi competitivi sta funzionando. Il CEO ha spiegato che “la crescita sana deriva dall’audience e dall’engagement, non da prezzi più elevati”, e questo approccio si sta dimostrando il percorso giusto per massimizzare il flusso di cassa libero per azione nel lungo termine.

Anche la divisione Delivery ha registrato una solida performance, con un incremento delle prenotazioni lorde del 18% a valuta costante, raggiungendo 20,4 miliardi di dollari. I margini EBITDA rettificati per questa divisione sono saliti al 3,7%, rappresentando un miglioramento significativo rispetto ai periodi precedenti. È interessante notare che la crescita delle corse Delivery è accelerata al 15% su base annua in questo trimestre, in aumento rispetto al 13% del 2024, evidenziando un trend positivo post-pandemia.

Uno degli sviluppi più interessanti emerge dal rapporto: Uber sta accelerando la sua strategia sui veicoli autonomi (AV), considerata dal management “la più grande opportunità futura per Uber”. L’azienda ha già raggiunto un tasso annualizzato di 1,5 milioni di corse di mobilità e consegne con veicoli autonomi sulla sua rete.

In particolare, Uber ha eseguito cinque nuove partnership o espansioni di partnership di mobilità autonoma soltanto nell’ultima settimana, portando il totale a 18 partner AV a livello globale. La partnership con Waymo ad Austin ha superato le aspettative, con circa 100 veicoli che sono ora “più attivi del 99% di tutti i conducenti di Austin in termini di corse completate al giorno”.

Oltre alla collaborazione con Waymo, l’azienda ha annunciato partnership strategiche con Volkswagen per implementare veicoli completamente autonomi sulla rete Uber a Los Angeles entro fine anno, con Avride a Dallas e con May Mobility ad Arlington, Texas. Sul fronte internazionale, Uber ha espanso la sua partnership esistente con WeRide a 15 città aggiuntive nei prossimi cinque anni e ha accolto nuovi partner come Momenta (in Europa dal prossimo anno) e Pony.ai (in Medio Oriente entro quest’anno).

Anche la divisione Uber Freight ha segnato un importante traguardo, collaborando con Aurora per effettuare un trasporto merci completamente autonomo su strade pubbliche senza conducente di sicurezza. Questi sviluppi indicano che la strategia di Uber mira a posizionare l’azienda come il marketplace di riferimento per la mobilità autonoma, piuttosto che investire direttamente nella tecnologia proprietaria.

Questo focus sui veicoli autonomi rappresenta sia un’opportunità che una sfida: da un lato, potrebbe ridurre drasticamente i costi operativi a lungo termine, dall’altro potrebbe alienare la vasta rete di autisti che attualmente costituisce il cuore dell’infrastruttura di Uber.

Per il secondo trimestre 2025, Uber prevede prenotazioni lorde tra 45,75 e 47,25 miliardi di dollari, rappresentando una crescita del 16-20% su base annua a valuta costante. L’EBITDA rettificato è previsto tra 2,02 e 2,12 miliardi di dollari, con una crescita del 29-35% rispetto all’anno precedente.

Tuttavia, l’azienda ha avvertito che i tassi di cambio potrebbero rappresentare un ostacolo, con un impatto negativo di circa 1,5 punti percentuali sulla crescita totale riportata su base annua, incluso un impatto negativo di circa 3 punti percentuali sulla crescita della mobilità.

Un elemento da non sottovalutare nell’analisi è l’annuncio dell’accordo per acquisire una partecipazione di controllo nel servizio leader di consegna di cibo e alimentari di Trendyol, Trendyol GO, per circa 700 milioni di dollari in contanti. Trendyol GO ha generato 2 miliardi di dollari in prenotazioni lorde nel 2024, e Uber prevede che la transazione contribuirà alla crescita post-integrazione.

Il CFO Prashanth Mahendra-Rajah ha sottolineato che la Turchia rappresenta il terzo mercato di consegna non sfruttato più grande a livello globale (dopo India e Brasile), con una forte crescita e fondamentali solidi.

Un aspetto che merita particolare attenzione è la crescita impressionante del business pubblicitario di Uber, che ha superato un tasso di fatturato annualizzato di 1,5 miliardi di dollari, registrando una crescita di oltre il 60% su base annua. La partnership annunciata con la soluzione Carrot Ads di Instacart negli Stati Uniti aiuterà a estendere la portata degli Sponsored Items a più di 7.000 marchi CPG di tutte le dimensioni.

Il management ha sottolineato come la pubblicità nel settore della consegna di ristoranti stia ora raggiungendo circa il 2% delle prenotazioni lorde di Delivery, continuando a crescere a un tasso superiore al 60% su base annua, con una crescita costante sia nel numero di inserzionisti che nel budget per inserzionista. Anche il business pubblicitario legato alla Mobility continua a crescere a un ritmo significativamente superiore alla crescita pubblicitaria complessiva, trainato principalmente da Journey Ads nell’app Uber, che continuano a espandersi a livello globale.

Un’altra area di crescita significativa per Uber è il settore Grocery & Retail (G&R), che ha raggiunto un tasso di prenotazioni lorde annualizzato di 10 miliardi di dollari. Questo rappresenta all’incirca le dimensioni del business di consegna di cibo da ristoranti di Uber nel 2018, indicando un ampio potenziale di crescita. Nel solo primo trimestre, l’azienda ha accolto importanti commercianti come The Home Depot, Sally Beauty, Fresh Direct, 1-800-Flowers.com e Petco.

La società ha osservato che solo il 18% dei suoi utenti mensili attivi di Delivery effettua ordini G&R ogni mese, suggerendo un’importante opportunità di crescita. Le festività e i momenti stagionali stanno diventando driver significativi per questa categoria, con Uber che ha registrato il suo miglior giorno di sempre per le prenotazioni lorde G&R (e Delivery complessive) durante l’ultimo San Valentino, grazie alle vendite di fiori.

Un aspetto che merita particolare attenzione è la robusta posizione finanziaria di Uber. L’azienda ha chiuso il trimestre con 6,0 miliardi di dollari in liquidità, equivalenti di cassa e investimenti a breve termine non vincolati. Inoltre, le partecipazioni azionarie di Uber erano valutate a 8,7 miliardi di dollari, con la maggioranza quotata pubblicamente.

La società sta dimostrando un approccio disciplinato all’allocazione del capitale. Nel primo trimestre, Uber ha riacquistato azioni proprie per 1,8 miliardi di dollari, di cui 1,5 miliardi di dollari attraverso un programma di riacquisto accelerato (ASR). Il CFO ha confermato che l’azienda prevede di essere “attiva e opportunistica” nell’acquisto di azioni proprie con l’autorizzazione esistente di 7,0 miliardi di dollari (di cui 4,0 miliardi non utilizzati) e di ridurre progressivamente il numero di azioni in circolazione.

La conversione dell’EBITDA rettificato in flusso di cassa libero è particolarmente impressionante, con un tasso di conversione del 112% su base TTM (trailing twelve months), dimostrando la significativa capacità di generazione di utili dell’azienda. Questa solida generazione di cassa offre a Uber la flessibilità necessaria per investire in iniziative di crescita mantenendo al contempo una posizione finanziaria solida.

Nel breve termine, la reazione negativa del mercato potrebbe creare un’opportunità di ingresso per gli investitori che credono nel potenziale a lungo termine di Uber. Tuttavia, è necessario considerare alcuni fattori di rischio:

  1. Valutazioni elevate: Nonostante il recente calo, le azioni Uber sono cresciute significativamente nell’ultimo anno e potrebbero ancora essere considerate costose da alcuni analisti. Il rapporto prezzo/utili si attesta attualmente a circa 39x, superiore alla media del settore tecnologico.
  2. Pressioni normative: Le sfide normative continuano in diverse giurisdizioni, con potenziali impatti sui modelli di business della gig economy. Sebbene i problemi legali e normativi siano diminuiti rispetto ai trimestri precedenti (le spese per questioni legali e normative sono scese da 527 milioni di dollari nel Q1 2024 a soli 28 milioni nel Q1 2025), resta un’area di vulnerabilità.
  3. Concorrenza intensificata: I concorrenti stanno guadagnando terreno in mercati chiave, sia nella mobilità che nelle consegne. Ciò potrebbe mettere pressione sui margini in futuro, nonostante Uber mantenga posizioni di leadership in 8 dei suoi 10 mercati principali per la consegna di ristoranti.
  4. Transizione verso i veicoli autonomi: Sebbene promettente, questa transizione presenta rischi significativi e richiederà investimenti sostanziali. Inoltre, potrebbe cannibalizzare il modello di business esistente più rapidamente del previsto, creando sfide di transizione.

    Dal punto di vista tecnico, il titolo Uber ha mostrato una forte resistenza intorno agli 85 dollari per azione, livello testato più volte nell’ultimo mese. Il calo post-risultati ha portato il prezzo a testare il supporto a 83 dollari. Se questo supporto dovesse reggere, potremmo assistere a un rimbalzo verso i massimi recenti; in caso contrario, il prossimo supporto significativo si trova intorno ai 80 dollari, coincidente con la media mobile a 50 giorni.

    È interessante notare l’elevata volatilità che ha caratterizzato il titolo nel mese di aprile, con volumi di scambio superiori alla media, in particolare il 9 aprile quando il titolo ha registrato un significativo +11,70%. Analizzando i dati storici del prezzo delle azioni degli ultimi mesi, emerge un chiaro trend rialzista dai minimi di febbraio 2025 quando il titolo quotava intorno ai 64 dollari, con un rialzo complessivo di quasi il 30% prima della pubblicazione degli utili.

    Il sentiment degli analisti rimane complessivamente positivo: su 38 analisti che seguono il titolo, 32 mantengono un rating “buy” o “strong buy”, 5 un rating “hold” e solo 1 un rating “sell”. Il prezzo obiettivo medio a 12 mesi è di 92 dollari, suggerendo un potenziale rialzo di circa il 10% rispetto ai livelli attuali.

Uber continua a dimostrare la sua capacità di generare crescita redditizia in un contesto macroeconomico incerto. Con un EBITDA rettificato di 1,9 miliardi di dollari e un utile netto di 1,8 miliardi di dollari nel trimestre, l’azienda sta chiaramente consolidando la sua redditività dopo anni di perdite. L’azienda sta diversificando strategicamente il suo business oltre le corse tradizionali, espandendosi nelle consegne di alimentari, nel settore Grocery & Retail, nella pubblicità e investendo pesantemente nella tecnologia dei veicoli autonomi.

Particolarmente incoraggiante è il fatto che i tassi di retention sono “ai massimi storici o quasi a livello globale”, evidenziando quanto i prodotti Uber siano diventati essenziali nella vita quotidiana dei consumatori. Il management rimane ottimista riguardo alle opportunità future, sottolineando che gli attuali 170 milioni di utenti attivi mensili rappresentano solo il 5% circa della popolazione adulta nella loro area operativa, e circa la metà degli utenti utilizza le app solo 1-2 volte al mese, rispetto a una media globale di 6.

Per gli investitori con un orizzonte a lungo termine, Uber rimane un’opzione interessante nel settore della mobilità e delle consegne digitali. La forte generazione di cassa, la posizione dominante nel mercato e le iniziative strategiche di crescita rappresentano fattori positivi. Tuttavia, le valutazioni attuali suggeriscono che gran parte del potenziale rialzo potrebbe già essere stato incorporato nel prezzo delle azioni.

In definitiva, la reazione tiepida del mercato ai risultati del primo trimestre sembra più una conseguenza delle aspettative elevate che un giudizio sulla performance effettiva dell’azienda. Gli investitori farebbero bene a concentrarsi sui fondamentali a lungo termine piuttosto che sulle fluttuazioni a breve termine del prezzo delle azioni.

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