La serata del 23 ottobre 2025 ha portato una ventata di ottimismo per Intel Corporation, con la pubblicazione dei risultati finanziari del terzo trimestre che hanno superato le aspettative degli analisti su tutta la linea. Dopo un periodo turbolento caratterizzato da sfide competitive e trasformazioni strutturali, l’azienda di Santa Clara mostra finalmente segnali concreti di stabilizzazione e crescita, confermando per il quarto trimestre consecutivo risultati superiori alle guidance fornite.

I numeri parlano chiaro: ricavi per 13,7 miliardi di dollari, in crescita del 3% rispetto allo stesso periodo del 2024, hanno battuto le stime del consenso che si attestavano tra i 13,1 e i 13,17 miliardi. Ma è soprattutto la qualità della crescita a fare notizia. L’utile per azione non-GAAP di 0,23 dollari rappresenta un balzo incredibile rispetto ai -0,46 dollari dello stesso trimestre dell’anno precedente, superando ampiamente le previsioni che indicavano appena 0,01 dollari. Ancora più impressionante il dato GAAP, con un EPS di 0,90 dollari contro le perdite di -3,88 dollari registrate nel Q3 2024.

Questi risultati acquistano ancora più rilevanza se consideriamo il contesto di mercato e le aspettative che gli investitori nutrivano prima dell’annuncio. Gli analisti erano prudenti, prevedendo una performance moderata con particolare attenzione alla capacità di Intel di capitalizzare sulla crescente domanda di chip per l’intelligenza artificiale. La realtà ha superato anche gli scenari più ottimisti, grazie a una combinazione di fattori che stanno rimodellando il profilo dell’azienda.

Uno degli aspetti più significativi di questa trimestrale riguarda il drammatico miglioramento dei margini operativi. Il margine lordo non-GAAP del 40% segna un balzo di 22 punti percentuali rispetto al 18% dello stesso periodo del 2024, superando di ben 4 punti le guidance aziendali che indicavano il 36%. Questo dato, superiore alle aspettative, dimostra che Intel sta facendo progressi concreti nel controllo dei costi e nell’ottimizzazione della produzione.

Il miglioramento dei margini deriva da una combinazione di fattori strategici. In primo luogo, c’è un mix di prodotti più favorevole, con una crescente presenza di chip a maggior valore aggiunto nei segmenti client e data center. La domanda per i processori Granite Rapids nel segmento server e il lancio di prodotti come Lunar Lake e Arrow Lake nel segmento consumer hanno contribuito a questo risultato positivo. Inoltre, l’azienda ha continuato il lavoro di riduzione delle scorte e di ottimizzazione della struttura di costo, con spese operative in calo del 17% su base annua.

Il margine operativo non-GAAP dell’11,2% rappresenta un altro punto di svolta, con un miglioramento di 29 punti percentuali rispetto al -17,8% del Q3 2024. Questo segnala che Intel non sta solo vendendo di più, ma lo sta facendo in modo molto più efficiente, un elemento cruciale per la sostenibilità della ripresa nel medio-lungo termine.

Analizzando i singoli segmenti di business, emerge un quadro articolato ma complessivamente positivo. Il segmento Intel Products, che comprende le divisioni CCG (Client Computing Group) e DCAI (Data Center and AI), ha registrato ricavi per 12,7 miliardi di dollari, in crescita del 3% anno su anno, con un margine operativo del 29%.

La divisione CCG, dedicata ai processori per PC, ha chiuso il trimestre con ricavi di 8,5 miliardi di dollari, in aumento del 5% rispetto all’anno precedente. Questo risultato è particolarmente significativo se consideriamo che il mercato PC sta vivendo la fase di refresh dopo il declino post-COVID. Intel sta beneficiando di diversi fattori: la migrazione a Windows 11 continua a spingere gli aggiornamenti nei segmenti enterprise, mentre l’adozione degli AI PC sta accelerando. L’azienda stima che il mercato dei PC raggiungerà i 290 milioni di unità nel 2025, segnando il secondo anno consecutivo di crescita dopo il minimo del 2023.

Il segmento DCAI, che include i chip per data center e intelligenza artificiale, ha generato ricavi per 4,1 miliardi di dollari, sostanzialmente stabili rispetto all’anno precedente (-1%). Pur non mostrando una crescita significativa in termini assoluti, questo segmento ha registrato un notevole miglioramento della redditività, con un margine operativo salito al 23,4% dal 9,2% del Q3 2024. La domanda per i processori Xeon 6 (Granite Rapids) rimane solida, con deployment presso tutti i principali fornitori cloud. Intel continua a posizionarsi come la scelta preferita per i nodi principali dell’AI, beneficiando della crescita esponenziale delle workload di inferenza che stanno trainando la domanda di CPU tradizionali.

Intel Foundry, la divisione dedicata alla produzione di chip per terze parti, ha registrato ricavi di 4,2 miliardi di dollari, in leggero calo del 2% rispetto all’anno precedente. Sebbene la divisione rimanga ancora in perdita operativa (-2,3 miliardi), il gap si sta riducendo progressivamente. L’azienda continua a fare progressi su Intel 18A, il nodo tecnologico avanzato che rappresenta la base per le prossime generazioni di prodotti client e server. Fab 52 in Arizona è ora pienamente operativa per la produzione di wafer Intel 18A, i chip logici più avanzati sviluppati e prodotti negli Stati Uniti.

Oltre ai numeri finanziari, il terzo trimestre ha visto Intel annunciare partnership strategiche di enorme rilevanza che potrebbero ridisegnare il futuro dell’azienda. L’accordo con NVIDIA rappresenta probabilmente la notizia più significativa. Le due aziende collaboreranno per sviluppare molteplici generazioni di prodotti custom per data center e PC, integrando le tecnologie CPU e x86 di Intel con le piattaforme di AI e accelerated computing di NVIDIA attraverso NVLink.

Questa collaborazione non è solo un accordo commerciale, ma un riconoscimento del ruolo complementare che Intel e NVIDIA possono giocare nell’ecosistema AI. Mentre NVIDIA domina l’addestramento dei modelli AI con le sue GPU, Intel punta a consolidare la sua posizione nell’inferenza e nelle workload tradizionali, che rappresentano la maggior parte del computing nelle infrastrutture reali. NVIDIA ha anche investito 5 miliardi di dollari in azioni Intel, un segnale di fiducia concreto che il mercato ha accolto molto positivamente.

Non meno importante è il rafforzamento del rapporto con il governo degli Stati Uniti. L’amministrazione Trump ha concordato un finanziamento di 8,9 miliardi di dollari a supporto dell’espansione della capacità produttiva americana di Intel. Nel solo terzo trimestre, Intel ha ricevuto 5,7 miliardi di dollari dal governo federale. SoftBank Group ha poi investito altri 2 miliardi di dollari in azioni Intel, riconoscendo il ruolo critico dell’azienda nell’espansione della produzione di semiconduttori avanzati negli Stati Uniti.

Questi investimenti non sono solo un sostegno finanziario, ma rappresentano un riconoscimento strategico del ruolo unico di Intel come unica azienda americana con capacità di ricerca, sviluppo e produzione di chip logici avanzati. In un’epoca di crescenti tensioni geopolitiche e preoccupazioni sulla resilienza delle supply chain, questa posizione acquisisce un valore ancora maggiore.

Una delle principali preoccupazioni degli investitori riguardava la posizione di liquidità di Intel, considerando i massicci investimenti in capacità produttiva. Il terzo trimestre ha portato buone notizie anche su questo fronte. L’azienda ha generato 2,5 miliardi di dollari di flusso di cassa operativo e un adjusted free cash flow positivo di 900 milioni di dollari.

La situazione di cassa è migliorata significativamente grazie alle operazioni straordinarie del trimestre. Oltre ai finanziamenti governativi e agli investimenti di NVIDIA e SoftBank, Intel ha ricevuto 5,2 miliardi di dollari dalla chiusura della vendita della maggioranza di Altera e dalla vendita parziale della partecipazione in Mobileye. La posizione di cassa totale è salita a 30,9 miliardi di dollari tra cash ed investimenti a breve termine.

Intel ha anche iniziato il processo di de-leveraging, rimborsando 4,3 miliardi di debito durante il trimestre. L’azienda ha confermato l’intenzione di continuare a ridurre l’indebitamento pagando le scadenze man mano che arrivano nel 2026. Questa strategia è importante perché migliora la flessibilità finanziaria dell’azienda e riduce i costi di servizio del debito.

Per quanto riguarda gli investimenti in capitale, Intel continua a spendere massicciamente in capacità produttiva, con 3 miliardi di dollari di capex lordo nel trimestre. Tuttavia, grazie ai contributi governativi e dei partner (1,3 miliardi nel trimestre), il capex netto è sceso a 1,6 miliardi. Per l’intero 2025, Intel prevede investimenti lordi di circa 18 miliardi di dollari, un livello che rimane elevato ma gestibile date le entrate di cassa.

Per il quarto trimestre 2025, Intel ha fornito una guidance che riflette prudenza ma anche fiducia nella traiettoria di miglioramento. L’azienda prevede ricavi tra 12,8 e 13,8 miliardi di dollari, con il punto medio a 13,3 miliardi che sarebbe sostanzialmente piatto rispetto al Q3 su base comparabile (escludendo Altera). Questa guidance è inferiore di circa 1 miliardo rispetto al Q4 2024, principalmente a causa della deconsolidation di Altera.

Il margine lordo non-GAAP atteso del 36,5% segnerebbe un calo sequenziale dal 40% del Q3, principalmente dovuto al mix di prodotti e all’impatto delle prime spedizioni di Core Ultra 3 (Panther Lake), che tipicamente hanno costi più elevati nelle fasi iniziali di produzione. L’EPS non-GAAP previsto di 0,08 dollari rappresenterebbe un calo rispetto ai 0,23 dollari del Q3 e ai 0,13 dollari del Q4 2024, riflettendo la stagionalità e i fattori di mix menzionati.

Guardando oltre il Q4, l’azienda mantiene un tono ottimista sulle prospettive di medio termine. Intel continua a vedere una domanda che supera l’offerta, una situazione che dovrebbe persistere nel 2026. Le limitazioni di capacità, specialmente sui nodi Intel 10 e Intel 7, hanno impedito all’azienda di soddisfare completamente la domanda nel Q3, e questa dinamica continuerà nel breve termine.

Per il 2026, Intel prevede che il mercato delle CPU per server continui a crescere comodamente, supportato dall’espansione dell’infrastruttura AI e dal sotto-investimento nell’infrastruttura tradizionale degli ultimi due anni. Sul fronte PC, l’azienda si sta preparando per un altro anno di forte domanda con il ramp di Core Ultra 3 in un ecosistema PC sano.

Osservando l’andamento del titolo negli ultimi mesi, emerge un pattern interessante. Da un minimo intorno ai 19-20 dollari registrato tra luglio e agosto, il titolo ha iniziato una graduale ripresa, accelerando significativamente a metà settembre con un balzo del 22,77% il 18 settembre (probabilmente in anticipazione di annunci strategici). Da quel momento, il titolo si è stabilizzato in un range tra i 33 e i 38 dollari, con la pubblicazione dei risultati trimestrali che lo ha spinto nuovamente verso il top di questo intervallo.

Questo movimento riflette il progressivo cambiamento di sentiment degli investitori, che stanno iniziando a credere nella storia di turnaround di Intel. Il fatto che il titolo abbia quasi raddoppiato il suo valore dai minimi estivi è significativo, anche se rimane ancora ben al di sotto dei livelli visti in passato, quando Intel quotava stabilmente sopra i 50 dollari.

Per gli investitori che considerano Intel come opportunità di investimento, i risultati del Q3 2025 offrono diversi spunti di riflessione. Sul fronte positivo, l’azienda ha dimostrato di poter tornare alla redditività operativa mantenendo al contempo gli investimenti necessari per competere tecnologicamente. La combinazione di miglioramento dei margini, supporto governativo significativo e partnership strategiche con player chiave come NVIDIA crea una base solida per la crescita futura.

La posizione unica di Intel come unico produttore americano di chip logici avanzati acquisisce valore crescente in un contesto geopolitico complesso. Le tensioni commerciali con la Cina e le preoccupazioni sulla sicurezza della supply chain fanno di Intel un asset strategico per gli Stati Uniti, con implicazioni positive per il sostegno governativo di lungo termine.

Nel breve-medio termine (6-12 mesi), il titolo potrebbe continuare a beneficiare dell’esecuzione sui target trimestrali e dell’evoluzione delle partnership strategiche. Il ramp di produzione su Intel 18A e il lancio di nuove generazioni di prodotti (Panther Lake, Clearwater Forest) potrebbero fungere da catalizzatori positivi se l’esecuzione procede come previsto. Gli analisti che prima erano scettici stanno gradualmente rivedendo le loro valutazioni al rialzo, e questo processo potrebbe continuare se Intel mantiene la traiettoria di miglioramento.

Tuttavia, permangono rischi significativi da considerare. Intel opera in un settore altamente competitivo e tecnologicamente impegnativo. AMD continua a guadagnare quote di mercato nei server, mentre sui PC la competizione con Apple Silicon e i processori ARM si intensifica. Sul fronte foundry, Intel deve ancora dimostrare di poter attrarre significativi clienti esterni per giustificare i massicci investimenti in capacità produttiva.

La guidance per il Q4 che prevede margini in calo e una crescita sequenziale piatta ricorda che la strada verso la piena ripresa non sarà lineare. L’azienda continua a navigare sfide di execution e di mix di prodotti che possono creare volatilità nei risultati trimestrali.

Dal punto di vista valutativo, il titolo scambia attualmente a multipli ancora contenuti rispetto ai competitor, riflettendo sia il ritardo competitivo che le incertezze sull’execution. Con un P/E forward stimato intorno a 20x (basato sulle stime di consenso per il 2026), Intel scambia con uno sconto rispetto a NVIDIA ma a premio rispetto ad AMD. Questo posizionamento riflette una situazione intermedia: il mercato sta iniziando a prezzare il potenziale di ripresa ma mantiene un margine di cautela.

I risultati del Q3 2025 rappresentano un punto di svolta significativo nella narrativa di Intel. Dopo anni di sfide competitive, perdite di quota di mercato e execution incerta, l’azienda sta finalmente mostrando segnali concreti che il turnaround è in corso. Il ritorno alla redditività operativa, il miglioramento dei margini e il supporto strategico del governo americano e di partner industriali chiave creano una base più solida di quella che Intel ha avuto negli ultimi anni.

Per investitori con profilo growth e tolleranza al rischio moderata-alta, Intel potrebbe rappresentare un’interessante opportunità di recovery play. Il titolo ha già recuperato significativamente dai minimi, ma potrebbe avere ancora spazio di crescita se l’azienda continua a eseguire e a guadagnare credibilità. Gli investitori dovrebbero però essere preparati a volatilità trimestrale e alla possibilità che la ripresa richieda più tempo del previsto.

Per investitori value con orizzonte di lungo termine, la valutazione attuale potrebbe offrire un punto di ingresso interessante in un’azienda che rimane un pilastro tecnologico dell’industria americana con asset strategici significativi. Il supporto governativo strutturale e la posizione di monopolio nella produzione logica avanzata USA forniscono un floor valutativo difficile da ignorare.

Gli investitori più conservativi potrebbero preferire attendere ulteriori trimestri di esecuzione consistente prima di prendere posizione, data la storia recente di risultati altalenanti e le sfide competitive che permangono. Il Q4 guidance relativamente cauto suggerisce che Intel stessa riconosce che il percorso verso la piena ripresa sarà graduale.

In conclusione, Intel sta scrivendo un nuovo capitolo della sua storia, con risultati concreti che supportano la narrativa di trasformazione. La domanda chiave per gli investitori non è se Intel può sopravvivere – il supporto governativo e le partnership strategiche garantiscono questo – ma piuttosto se può tornare a essere un leader tecnologico in grado di generare crescita sostenibile e ritorni attraenti per gli azionisti. I risultati del Q3 2025 suggeriscono che questo scenario sta diventando più credibile, anche se il percorso davanti rimane impegnativo. Come sempre, la diversificazione e un’attenta gestione del rischio rimangono essenziali quando si investe in storie di turnaround nel settore tecnologico.

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