Europa
La settimana che si è chiusa venerdì 24 ottobre ha visto i mercati europei navigare in acque relativamente calme, caratterizzate da una cautela diffusa ma punteggiata da momenti di ottimismo selettivo. Gli indici principali hanno mostrato variazioni contenute, riflettendo un contesto in cui gli investitori si sono trovati a bilanciare segnali macroeconomici contrastanti con le aspettative sui futuri sviluppi della politica monetaria europea.
Il mercato britannico ha guidato i rialzi settimanali tra le principali piazze europee. Il FTSE 100 ha chiuso venerdì con un guadagno dello 0,47% nella singola seduta, confermando una certa resilienza del listino londinese. Gli investitori hanno apprezzato i risultati trimestrali di alcune blue chip britanniche, mentre il settore difensivo ha continuato ad attrarre capitali in un contesto di incertezza globale persistente.
Milano ha mostrato una performance positiva nella settimana, con il FTSE MIB che giovedì aveva guadagnato lo 0,41% per poi aprire venerdì in rialzo dello 0,38%, attestandosi intorno ai 42.541 punti. La settimana italiana è stata animata dalla pubblicazione dei conti trimestrali di diverse società quotate, con particolare attenzione rivolta a ENI che ha archiviato i primi nove mesi del 2025 con un utile netto di 2,518 miliardi di euro, in crescita del 5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nel solo terzo trimestre l’utile è salito del 54% raggiungendo quota 803 milioni, un risultato che ha spinto il titolo al rialzo e ha contribuito al tono positivo del listino milanese.
Sul fronte tedesco, il DAX ha mantenuto un andamento più contenuto, avanzando dello 0,30% venerdì mattina. Il mercato di Francoforte ha dovuto digerire dati contrastanti sull’economia domestica, con particolare attenzione agli indicatori PMI che hanno mostrato un miglioramento nel settore servizi ma persistenti debolezze nel manifatturiero. Gli investitori tedeschi hanno accolto con favore le speranze di un dialogo commerciale rinnovato tra Stati Uniti e Cina, considerando l’esposizione significativa dell’industria tedesca al commercio globale.
Il CAC 40 francese ha registrato un incremento dello 0,32% venerdì, in linea con le altre piazze europee. Tuttavia, il mercato parigino ha dovuto fare i conti con alcune incertezze specifiche, tra cui l’attesa per il giudizio di Moody’s sulla Francia a mercati chiusi. Lo spread OAT-Bund è rimasto stabile intorno agli 80 punti base, riflettendo una certa prudenza degli investitori riguardo alla situazione fiscale francese.
FTSE MIB INDEX :
DAX INDEX :
CAC INDEX :
FTSE UK INDEX :
La settimana italiana ha visto anche l’impatto negativo della trimestrale di STMicroelectronics, che ha pesantemente penalizzato il titolo con un crollo del 14% giovedì 23 ottobre. Nonostante risultati del terzo trimestre superiori alle attese, l’outlook sul quarto trimestre ha deluso profondamente gli investitori, portando diversi broker a rivedere al ribasso i target price sul titolo. Questo ha rappresentato una delle note più negative per il mercato tecnologico europeo nella settimana.
Lo spread italiano tra BTP e Bund ha mantenuto una stabilità invidiabile, attestandosi intorno ai 78-79 punti base, livelli particolarmente contenuti che riflettono la fiducia degli investitori nella solidità dei conti pubblici italiani. Il rendimento del decennale italiano si è mantenuto stabile intorno al 3,37%, in un contesto di mercati obbligazionari europei relativamente tranquilli.
Un elemento interessante della settimana è stato l’andamento dell’indice PMI Composito Flash dell’eurozona per ottobre, che ha mostrato un lieve miglioramento attestandosi a 51,0 punti (rispetto ai 50,6 attesi), segnalando una crescita modesta ma presente dell’attività economica. Il settore servizi ha guidato questo miglioramento, mentre il manifatturiero ha raggiunto quota 50 punti, tornando finalmente in territorio espansivo dopo mesi di contrazione.
In Spagna, i dati sul mercato del lavoro hanno mostrato un quadro misto: il tasso di disoccupazione del terzo trimestre è salito al 10,4% dal 10,3% precedente, superando le attese degli analisti che si aspettavano un 10,2%. Tuttavia, il numero degli occupati è aumentato di 118.400 unità, raggiungendo i 22,4 milioni, segnalando una certa dinamicità del mercato del lavoro iberico.
Il sentiment degli investitori europei è stato influenzato positivamente dall’annuncio dell’imminente incontro tra il presidente americano Donald Trump e il leader cinese Xi Jinping, programmato per il 30 ottobre in Corea del Sud a margine del vertice APEC. Questa notizia ha alimentato le speranze di una possibile distensione nelle tensioni commerciali globali, un elemento cruciale per le economie europee fortemente orientate all’export.
Sul fronte valutario, l’euro ha mantenuto una relativa stabilità contro il dollaro, scambiando intorno a 1,16 dollari, riflettendo le diverse prospettive di politica monetaria tra la Federal Reserve americana e la Banca Centrale Europea. Gli investitori hanno continuato a valutare attentamente le dichiarazioni dei banchieri centrali, cercando indizi sui futuri movimenti dei tassi di interesse.
La fiducia dei consumatori nell’Unione Europea, secondo la stima flash della Commissione Europea per ottobre, è aumentata per il secondo mese consecutivo di 0,8 punti percentuali nell’UE e di 0,7 punti nell’Eurozona, attestandosi rispettivamente a -13,5 e -14,2. Questo miglioramento avvicina l’indicatore alla media di lungo periodo, interrompendo un andamento stabile che durava da aprile 2025, segnalando un cauto ottimismo tra i consumatori europei.
Guardando alla settimana successiva, gli investitori europei si concentreranno sui nuovi dati macroeconomici in arrivo, in particolare sull’inflazione e sui dati di produzione industriale dei principali paesi dell’area euro. L’attenzione rimarrà alta anche sull’evolversi delle tensioni commerciali globali e sull’impatto che l’incontro Trump-Xi potrà avere sui mercati. La stagione delle trimestrali proseguirà con altre importanti pubblicazioni che potranno fornire ulteriori indicazioni sulla salute delle aziende europee e sulla loro capacità di navigare in un contesto economico globale ancora caratterizzato da significative incertezze.
Stati Uniti
Wall Street ha chiuso la settimana del 20-24 ottobre con un’energia rinnovata, regalando agli investitori una performance positiva che ha visto gli indici principali toccare nuovi massimi storici. La settimana si è conclusa venerdì con il Dow Jones in rialzo dello 0,66% a 47.042 punti, l’S&P 500 in progresso dello 0,79% a 6.791 punti – poco sotto il nuovo massimo storico di 6.797 punti – e il Nasdaq che ha brillato con un guadagno dell’1,05% raggiungendo i 23.182 punti e stabilendo anch’esso un nuovo record a 23.207 punti.
NASDAQ COMPOSITE :
DOW JONES INDUSTRIAL AVERAGE :
S&P 500 INDEX :
La sessione di venerdì ha rappresentato il coronamento di una settimana caratterizzata da un mix sapiente di risultati trimestrali superiori alle attese e rinnovate speranze sul fronte commerciale internazionale. Gli investitori hanno accolto con entusiasmo la conferma ufficiale dell’incontro tra il presidente Donald Trump e il leader cinese Xi Jinping, previsto per il 30 ottobre in Corea del Sud a margine del vertice APEC. Questa notizia ha alimentato l’ottimismo sui mercati, facendo sperare in una possibile distensione della guerra commerciale che ha caratterizzato i rapporti sino-americani negli ultimi mesi.
Il settore tecnologico ha guidato i rialzi settimanali, trainato da performance eccezionali di alcune società leader. Intel ha regalato una delle migliori performance della settimana con un balzo del 5,88% venerdì, raggiungendo i 40,41 dollari dopo la pubblicazione dei risultati finanziari del terzo trimestre 2025. La società di chip ha sorpreso positivamente gli analisti con ricavi e utili per azione superiori al consensus, dimostrando una resilienza inaspettata in un momento di forte competizione nel settore dei semiconduttori. Gli investitori hanno apprezzato particolarmente la capacità dell’azienda di mantenere la redditività nonostante le pressioni competitive e le sfide tecnologiche.
Anche Ford Motor ha contribuito al clima positivo della settimana, con un impressionante rialzo del 7,17% a 13,23 dollari venerdì. La casa automobilistica ha pubblicato risultati trimestrali che hanno battuto le aspettative degli analisti, dimostrando una solida capacità di gestione in un settore in rapida trasformazione. La reazione del mercato ha confermato come gli investitori stiano premiando le aziende che riescono a navigare con successo la transizione verso l’elettrificazione mantenendo al contempo una redditività solida nel business tradizionale.
Il settore tecnologico ha visto anche altri protagonisti in evidenza. Alphabet, la società madre di Google, ha registrato un incremento positivo dopo l’annuncio di una partnership strategica con Anthropic, società specializzata in intelligenza artificiale. Questo accordo, che garantisce ad Anthropic l’accesso a una quantità significativa di unità di processamento tensoriale progettate da Google, rappresenta un tassello importante nella corsa all’innovazione nel campo dell’AI, un tema che continua a dominare l’interesse degli investitori tecnologici.
La settimana americana è stata caratterizzata anche dall’attesa per i dati sull’inflazione, che dovevano essere pubblicati successivamente e che hanno mantenuto gli investitori in uno stato di vigilanza. Il dibattito sulla politica monetaria della Federal Reserve è rimasto sullo sfondo, con gli operatori di mercato che continuano a soppesare le probabilità di ulteriori mosse sui tassi di interesse nei prossimi mesi.
Un elemento interessante della settimana è stato il comportamento divergente degli indici: mentre il Nasdaq ha registrato performance superiori, sostenuto dalle società tecnologiche, il Dow Jones ha mostrato una certa volatilità intrasettimana. Nell’apertura di giovedì 24 ottobre, il Dow Jones ETF aveva sorpreso con una flessione dello 0,68%, in contrasto con il NASDAQ-100 ETF che guadagnava lo 0,86% e l’S&P 500 ETF che segnava un incremento dello 0,58%. Questa divergenza ha riflettuto le dinamiche specifiche dei settori: mentre le aziende tecnologiche hanno continuato ad attrarre capitali, alcuni settori più tradizionali hanno mostrato maggiore cautela.
Sul fronte delle materie prime, i prezzi del petrolio hanno mostrato una certa volatilità durante la settimana. Il WTI con consegna a dicembre ha chiuso venerdì intorno ai 61,57 dollari al barile con una flessione dello 0,36%, mentre il Brent è stato scambiato a 65,77 dollari al barile con una riduzione dello 0,33%. Questi movimenti hanno riflettuto le preoccupazioni persistenti sulla domanda globale di energia e sulle tensioni geopolitiche, pur in un contesto di rinnovato ottimismo sul fronte commerciale.
L’oro ha continuato la sua impressionante corsa, chiudendo la settimana vicino ai 4.106 dollari l’oncia, consolidando i guadagni straordinari registrati nei mesi precedenti. Il metallo prezioso si conferma come uno degli asset più performanti del 2025, con un guadagno che si avvicina al 53% dall’inizio dell’anno, superando di gran lunga il rendimento di altri asset tradizionali.
Il dollaro ha mostrato una certa stabilità contro le principali valute, beneficiando delle aspettative di una politica monetaria della Federal Reserve che potrebbe rimanere più restrittiva rispetto ad altre banche centrali. Il cross euro/dollaro si è mantenuto intorno a 1,16, riflettendo le diverse prospettive economiche tra le due sponde dell’Atlantico.
La settimana si è svolta in un contesto di volumi di scambio robusti, segnalando una partecipazione attiva degli investitori e una fiducia rinnovata nelle prospettive di crescita economica americana. Gli analisti hanno notato come il mercato stia mostrando una resilienza notevole nonostante le incertezze geopolitiche e le preoccupazioni sulla valutazione di alcuni segmenti del mercato tecnologico.
Guardando alla settimana successiva, l’attenzione degli investitori si sposterà inevitabilmente sui risultati dell’incontro Trump-Xi e sulle possibili implicazioni per la politica commerciale americana. La stagione delle trimestrali proseguirà con altre importanti pubblicazioni che potranno fornire ulteriori indicazioni sulla salute dell’economia americana e sulla capacità delle aziende di mantenere la crescita degli utili in un contesto di costi ancora elevati.
Il mercato obbligazionario americano ha mostrato una relativa stabilità, con i rendimenti dei Treasury che si sono mantenuti su livelli contenuti, riflettendo le aspettative degli investitori su una possibile pausa nei rialzi dei tassi da parte della Federal Reserve. Il rendimento del Treasury a 10 anni si è mantenuto in un range ristretto, segnalando una certa compostezza degli investitori obbligazionari.
In conclusione, la settimana americana si è conclusa su una nota decisamente positiva, con Wall Street che ha dimostrato ancora una volta la sua capacità di assorbire le incertezze e di concentrarsi sui fondamentali solidi delle aziende. La combinazione di risultati trimestrali positivi e rinnovate speranze sul fronte commerciale ha creato un ambiente favorevole per i mercati azionari, spingendo gli indici verso nuovi record e lasciando gli investitori ottimisti sulle prospettive di breve termine.
Cina
I mercati cinesi hanno attraversato una settimana particolarmente significativa, caratterizzata da un’alternanza di tensioni e speranze che ha tenuto gli investitori sul filo del rasoio. La settimana si è conclusa con un bilancio sostanzialmente positivo, sostenuto dalle crescenti aspettative di un possibile disgelo nelle relazioni commerciali con gli Stati Uniti.
Le borse di Shanghai e Shenzhen hanno chiuso la settimana mostrando segnali di resilienza. Lunedì 20 ottobre i mercati avevano aperto in territorio positivo, con lo Shanghai Composite che guadagnava lo 0,22% a 3.922,41 punti e lo Shenzhen Composite che registrava un incremento dello 0,22% a 2.457,90 punti. Questi rialzi erano arrivati sulla scia della conferma di nuovi incontri tra Cina e Stati Uniti in programma in Malesia durante il vertice ASEAN, focalizzati sui rapporti commerciali tra le due superpotenze.
Hong Kong ha mostrato una performance ancora più brillante, con l’indice Hang Seng che lunedì ha chiuso in rialzo dello 0,72%, raggiungendo i 25.967,98 punti. Il mercato di Hong Kong ha beneficiato particolarmente delle aspettative di un dialogo rinnovato tra Washington e Pechino, posizionandosi come barometro delle speranze degli investitori internazionali sulla Cina.
Tuttavia, la settimana non è stata priva di turbolenze. Mercoledì 23 ottobre le borse asiatiche hanno chiuso in flessione, con Tokyo che ha perso l’1,35%, Shanghai lo 0,2% e Shenzhen lo 0,26%. Il nervosismo dei mercati è dipeso da una serie di fattori, tra cui i timori di nuove tensioni commerciali tra USA e Cina e l’attesa per i risultati delle trimestrali delle principali società quotate.
SHANGHAI COMPOSITE INDEX :
CSI 300 INDEX :
Il tema dominante della settimana è stato indubbiamente l’annuncio dell’imminente incontro tra il presidente americano Donald Trump e il leader cinese Xi Jinping, confermato ufficialmente per il 30 ottobre in Corea del Sud a margine del vertice APEC. La Casa Bianca ha precisato che il bilaterale si terrà nella mattinata di giovedì ora locale, rappresentando il primo faccia a faccia tra i due leader dopo mesi di tensioni crescenti.
Questo incontro assume un significato particolarmente rilevante considerando il contesto di forte tensione commerciale e diplomatica tra Washington e Pechino. Le due superpotenze hanno vissuto settimane turbolente, con Trump che ha minacciato dazi fino al 100% sui prodotti cinesi in risposta alle restrizioni imposte da Pechino sull’export di terre rare. La Cina, dal canto suo, ha promesso ritorsioni immediate nel caso le tariffe venissero effettivamente applicate dal primo novembre.
Parallelamente all’annuncio del summit, sono proseguiti i negoziati tecnici tra le due delegazioni. A Kuala Lumpur, il segretario al Tesoro americano Scott Bessent e il vicepremier cinese He Lifeng hanno guidato colloqui definiti “franchi, approfonditi e costruttivi” secondo l’agenzia cinese Xinhua. Questi incontri, che si sono svolti a margine del vertice dell’ASEAN, mirano a evitare un’ulteriore escalation della guerra dei dazi e a prorogare la tregua tariffaria in scadenza il 10 novembre.
Il rappresentante per il Commercio USA, Jamieson Greer, ha confermato attraverso i social media che le parti stanno lavorando attivamente per preparare l’incontro “programmato” tra i rispettivi presidenti. Bessent ha aggiunto di prevedere un incontro di persona con He nella settimana successiva, definendo questo passaggio come “delicato” e potenzialmente determinante per stabilire se si terrà o meno il faccia a faccia tra i presidenti.
Sul fronte macroeconomico interno, i dati pubblicati durante la settimana hanno dipinto un quadro di sfide persistenti per l’economia cinese. I prezzi alla produzione sono scesi del 2,3% su base annua a settembre 2025, in rallentamento rispetto al -2,9% di agosto ma comunque in territorio negativo. L’indice PMI servizi Caixin è sceso a 50,7 ad aprile 2025, rispetto a 51,9 di marzo, segnalando un rallentamento nel settore dei servizi.
Nonostante questi dati grigi, gli investitori hanno mantenuto un certo ottimismo, concentrandosi sulle possibilità di un accordo commerciale con gli Stati Uniti. Le dichiarazioni di Trump, che ha affermato di sperare di concludere un accordo con Xi su “tutti gli argomenti”, hanno alimentato le speranze dei mercati, anche se gli analisti del Brookings Institute hanno invitato alla prudenza, osservando che l’incontro “non rappresenterà un punto di svolta” nelle relazioni tra i due leader.
Il settore tecnologico cinese ha continuato a mostrare resilienza, con le società quotate sul STAR Market di Shanghai che hanno mantenuto performance solide. Queste aziende, focalizzate sull’innovazione e sulla sostituzione delle importazioni, hanno beneficiato sia delle politiche governative di sostegno sia del crescente interesse degli investitori internazionali per l’ecosistema tecnologico cinese.
Un elemento interessante emerso durante la settimana è stato il modo in cui alcuni esportatori cinesi stanno cercando di aggirare le tariffe imposte dagli Stati Uniti. Secondo alcune indiscrezioni, molti esportatori si stanno registrando come importatori esteri ufficiali negli USA, una prassi ammessa anche per società senza presenza fisica nel Paese. Questa modalità, sebbene legale, rende difficile il recupero dei dazi evasi e limita le possibilità di intentare causa da parte delle autorità doganali americane.
Sul fronte delle materie prime, i prezzi dell’argento hanno registrato un’impennata significativa, salendo oltre i 51 dollari l’oncia e toccando un nuovo massimo storico. A spingere il metallo prezioso sono state le rinnovate tensioni commerciali tra USA e Cina, l’instabilità politica globale e le aspettative di nuovi tagli ai tassi d’interesse da parte della Federal Reserve. Anche il rame ha mostrato una certa forza, beneficiando delle aspettative di stimoli economici da parte di Pechino.
La Banca Popolare Cinese ha mantenuto una politica monetaria accomodante durante la settimana, fornendo liquidità al sistema e sostenendo la crescita economica senza creare pressioni inflazionistiche eccessive. Gli investitori hanno interpretato questa postura come un segnale della determinazione di Pechino a sostenere l’economia in un momento di transizione delicata.
Guardando alla settimana successiva, l’attenzione degli investitori sarà inevitabilmente concentrata sui risultati dell’incontro Trump-Xi del 30 ottobre. Il successo o il fallimento di questi colloqui potrebbe definire la direzione dei mercati cinesi per i mesi a venire. Un accordo positivo potrebbe scatenare un rally significativo, mentre una rottura delle trattative potrebbe portare a una correzione dei prezzi.
La scadenza del 10 novembre per l’accordo commerciale attuale aggiunge urgenza ai negoziati e potrebbe aumentare la volatilità nei mercati nelle prossime settimane. Gli investitori dovranno monitorare attentamente non solo l’esito formale dei colloqui, ma anche i segnali e le dichiarazioni delle delegazioni, che potrebbero fornire indicazioni sulle probabilità di successo.
Le strategie di investimento per la settimana successiva dovranno necessariamente bilanciare l’ottimismo per un possibile accordo commerciale con la prudenza necessaria in caso di fallimento delle trattative. I settori meno esposti al commercio internazionale, come i servizi domestici e le utilities, potrebbero offrire opportunità di diversificazione del rischio, mentre le aziende tecnologiche, pur avendo mostrato resilienza, rimangono vulnerabili a eventuali nuove restrizioni commerciali.
In definitiva, la settimana cinese si è chiusa con un mix di cauto ottimismo e vigilanza prudente. I mercati hanno dimostrato capacità di assorbire le notizie negative concentrandosi sulle possibilità di un miglioramento futuro, ma la strada verso una stabilizzazione duratura delle relazioni sino-americane rimane lunga e irta di ostacoli. La chiave sarà la capacità di Pechino e Washington di trovare un terreno comune che permetta una coesistenza economica vantaggiosa per entrambe le parti, superando le tentazioni protezionistiche che hanno caratterizzato gli ultimi mesi.
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