Europa

Nella settimana dal 17 al 21 febbraio 2025, i principali indici azionari europei hanno mostrato andamenti contrastanti. Il FTSE MIB italiano ha registrato una performance positiva, chiudendo la settimana con un incremento dell’1,17%, attestandosi a 38.421 punti.

L’STOXX Europe 600, l’indice paneuropeo, ha segnato un lieve calo dello 0,2%, interrompendo una serie positiva che durava da otto settimane.

Il CAC 40 francese ha chiuso in rialzo dello 0,39%, mentre il DAX tedesco ha subito una flessione dello 0,23%, influenzato dall’attesa per le elezioni federali in Germania previste per domenica.

Il FTSE 100 britannico ha mostrato una variazione minima, con un decremento dello 0,04%.

Questi risultati riflettono un clima di incertezza tra gli investitori, dovuto a fattori politici ed economici in evoluzione.

FTSE MIB INDEX :
DAX INDEX :
CAC INDEX :
FTSE UK INDEX :

Sul fronte macroeconomico, i dati PMI di febbraio hanno evidenziato una situazione di quasi stagnazione nell’Eurozona, con l’indice composito che si è mantenuto a 50,2, appena sopra la soglia di espansione. Particolarmente preoccupante è stata la divergenza tra le maggiori economie: mentre la Germania ha mostrato segni di ripresa per il secondo mese consecutivo, la Francia ha registrato un marcato declino dell’attività economica. Il quadro è stato ulteriormente complicato dall’accelerazione dei costi di input e dei prezzi di output, insieme a una riduzione dei livelli occupazionali.

Nel Regno Unito, il panorama economico si è rivelato particolarmente complesso. L’inflazione ha registrato un’accelerazione inaspettata al 3% annuo a gennaio, il livello più alto da marzo 2024, principalmente a causa dell’aumento dei costi di trasporto e dei prezzi alimentari. Ancora più significativo è stato l’incremento dell’inflazione dei servizi al 5%, un dato che ha spinto i mercati a rivedere le aspettative sui tagli dei tassi da parte della Bank of England. Il mercato del lavoro britannico ha mostrato una resilienza superiore alle attese, con un tasso di disoccupazione stabile al 4,4%, mentre i salari hanno continuato a crescere a un ritmo sostenuto del 5,9%.

Guardando alla settimana entrante, diversi fattori suggeriscono la necessità di mantenere un approccio cauto. L’esito delle elezioni tedesche potrebbe introdurre un elemento di volatilità nei mercati, mentre la persistente pressione inflazionistica nel Regno Unito potrebbe continuare a influenzare le aspettative sui tassi di interesse. La divergenza nelle performance economiche tra i vari paesi dell’Eurozona potrebbe anche amplificare le differenze nei rendimenti dei rispettivi mercati azionari.

Per gli investitori, sarà cruciale monitorare eventuali segnali di miglioramento nella domanda complessiva e nell’attività manifatturiera, considerando che i dati attuali mostrano ancora debolezza in questi ambiti. Il recente rimbalzo delle vendite al dettaglio nel Regno Unito (+1,7% a gennaio) potrebbe suggerire un miglioramento del sentiment dei consumatori, ma la persistente negatività dell’indice di fiducia GfK indica che la ripresa potrebbe non essere ancora consolidata.

In conclusione, la prossima settimana richiederà agli investitori una particolare attenzione ai dati macroeconomici e alle decisioni di politica monetaria, con un focus specifico sugli sviluppi dell’inflazione e sulla resilienza del mercato del lavoro, fattori che potrebbero influenzare significativamente le prospettive di medio termine dei mercati azionari europei.

Stati Uniti

I principali indici azionari statunitensi hanno registrato una performance negativa. Il Dow Jones Industrial Average ha chiuso l’ultima seduta della settimana con una perdita dell’1,69%, attestandosi a 43.428 punti. Parallelamente, l’S&P 500 ha subito una flessione dell’1,71%, terminando a 6.013 punti. Anche il Nasdaq Composite ha evidenziato un calo del 2,2%, chiudendo a 19.524 punti. Questi ribassi sono stati influenzati da dati economici deludenti e da un peggioramento del sentiment dei consumatori, che hanno alimentato le preoccupazioni degli investitori riguardo alla stabilità economica.

NASDAQ COMPOSITE :
DOW JONES INDUSTRIAL AVERAGE :
S&P 500 INDEX :

L’attenzione si è concentrata particolarmente sugli “sforzi” del Presidente Trump per porre fine al conflitto russo-ucraino e sul suo annuncio di voler imporre nuovi dazi su automobili, prodotti farmaceutici e materiali legnosi, sebbene i dettagli di queste misure tariffarie rimangano ancora da definire.

Un punto di svolta negativo è arrivato giovedì con la pubblicazione dei risultati trimestrali di Walmart. Nonostante il colosso della distribuzione abbia superato le aspettative per il quarto trimestre, le previsioni per l’anno a venire sono risultate deludenti, provocando un crollo del 6,53% delle azioni della società. Questa notizia, combinata con il recente rapporto del Dipartimento del Commercio che ha evidenziato il maggior calo delle vendite al dettaglio degli ultimi due anni a gennaio, ha alimentato le preoccupazioni degli investitori sulla salute dei consumi e dell’economia in generale.

Il settore immobiliare ha mostrato segnali di debolezza, con l’indice di fiducia dei costruttori che è sceso a 42 in febbraio, il livello più basso degli ultimi cinque mesi. Le cause principali di questo deterioramento sono state identificate nell’incertezza legata ai dazi, nei tassi ipotecari elevati e negli alti costi delle abitazioni. A conferma di questo trend negativo, i nuovi cantieri residenziali hanno registrato un calo del 10% rispetto a dicembre, attestandosi a un tasso annualizzato di 1.366.000 unità.

Particolarmente preoccupante è stato il rapporto di S&P Global sull’attività economica americana, che ha mostrato una crescita quasi ferma a febbraio, con l’indice PMI Composito che ha toccato il minimo di 17 mesi a 50,4. Il settore dei servizi è entrato in territorio di contrazione con un PMI di 49,7, il livello più basso in oltre due anni, compensato solo parzialmente dalla crescita nel settore manifatturiero.

La fiducia dei consumatori, misurata dall’Università del Michigan, ha subito un drastico calo del 10% a febbraio, attestandosi a 64,7. Particolarmente significativo è stato il crollo del 19% nelle condizioni di acquisto per i beni durevoli, principalmente a causa dei timori di imminenti aumenti dei prezzi indotti dai dazi. Le aspettative di inflazione per l’anno a venire sono balzate al 4,3%, in netto aumento rispetto al 3,3% di gennaio.

Guardando alla settimana entrante, diversi fattori suggeriscono la necessità di un approccio cauto. L’implementazione delle nuove tariffe potrebbe generare ulteriore volatilità nei mercati, specialmente nei settori direttamente interessati come quello automobilistico e farmaceutico. La debolezza del settore dei servizi e il deterioramento della fiducia dei consumatori potrebbero continuare a pesare sui mercati, mentre gli investitori cercheranno di valutare l’impatto delle tensioni commerciali sui profitti aziendali.

Per gli investitori, sarà fondamentale monitorare eventuali sviluppi nella politica commerciale e nei negoziati internazionali, così come i prossimi dati macroeconomici che potrebbero fornire indicazioni più chiare sulla traiettoria dell’economia americana. Particolare attenzione dovrà essere posta anche all’evoluzione delle aspettative di inflazione, che potrebbero influenzare le future decisioni di politica monetaria della Federal Reserve.

Cina

I principali indici del mercato azionario cinese hanno mostrato andamenti contrastanti. L’Indice Shanghai Composite ha registrato un incremento dello 0,85%, chiudendo a 3.379,11 punti. Parallelamente, l’Indice Shanghai A-Share è salito dello 0,84%, attestandosi a 3.541,4633 punti. Al contrario, l’Indice Shanghai B-Share ha subito una flessione dello 0,61%, terminando a 273,3025 punti. Questi risultati riflettono un clima di incertezza tra gli investitori, influenzato da tensioni commerciali globali e decisioni di politica monetaria interna.

SHANGHAI COMPOSITE INDEX :
CSI 300 INDEX :

Il mercato azionario cinese ha vissuto una settimana di notevole ottimismo, trainato principalmente dal settore tecnologico che ha mostrato segnali di rinnovato vigore. I risultati sorprendentemente positivi di Alibaba e di altre aziende tech cinesi hanno confermato il trend positivo iniziato a gennaio con la dimostrazione delle capacità tecnologiche della startup di intelligenza artificiale DeepSeek, che aveva già riacceso l’interesse degli investitori nel settore internet del paese.

Un momento chiave della settimana è stato l’incontro di alto profilo del 17 febbraio tra il Presidente Xi Jinping e diversi imprenditori tecnologici cinesi, un evento che ha mandato un chiaro segnale di svolta nell’atteggiamento del governo verso le aziende del settore privato. Le immagini dell’incontro, ampiamente diffuse dai media statali, hanno mostrato Xi in colloquio con Jack Ma, fondatore di Alibaba, e con i dirigenti di altre importanti aziende tecnologiche.

La presenza di Jack Ma all’incontro ha assunto un significato particolare, considerando che era stato proprio il brusco stop all’IPO di Ant Group, società affiliata ad Alibaba, nel 2020, a segnare l’inizio di una lunga fase di stretta regolamentare sul settore tecnologico cinese e su altre industrie. Il suo ritorno sulla scena pubblica in un contesto così significativo suggerisce un possibile ammorbidimento dell’approccio governativo verso il settore privato.

Questo cambio di rotta sembra essere motivato anche dalle crescenti tensioni commerciali con gli Stati Uniti, che hanno sottolineato l’importanza del settore privato come motore di crescita per un’economia cinese già sotto pressione a causa della persistente crisi immobiliare e della debole domanda interna.

Guardando alla settimana entrante, diversi fattori suggeriscono che potremmo assistere a un ulteriore consolidamento di questo trend positivo. Il rinnovato supporto governativo al settore tecnologico potrebbe tradursi in nuove politiche favorevoli e in un allentamento delle restrizioni normative, il che potrebbe catalizzare ulteriori flussi di investimento verso il settore. Particolare attenzione dovrebbe essere posta sui titoli legati all’intelligenza artificiale, che potrebbero beneficiare della crescente competizione globale in questo settore.

Tuttavia, gli investitori dovrebbero mantenere un approccio cauto, considerando che le sfide strutturali dell’economia cinese, in particolare nel settore immobiliare e nei consumi interni, rimangono irrisolte. Inoltre, l’evoluzione delle tensioni commerciali con gli Stati Uniti potrebbe introdurre elementi di volatilità nel mercato.

In conclusione, mentre il sentiment di breve termine appare positivo, soprattutto per il settore tecnologico, gli investitori farebbero bene a monitorare attentamente gli sviluppi delle politiche governative e le dinamiche macroeconomiche più ampie. La prossima settimana potrebbe offrire ulteriori indicazioni sulla solidità di questo cambio di direzione nella politica governativa verso il settore privato e sulla sua capacità di stimolare una ripresa più ampia dell’economia cinese.

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