Europa
Nella settimana dal 12 al 16 maggio 2025, i principali indici europei hanno mostrato performance contrastanti, riflettendo l’andamento dei mercati globali e le dinamiche economiche locali. Il STOXX Europe 600 ha registrato un incremento dello 0,42%, chiudendo a 549,26 punti. Il FTSE MIB, indice di riferimento della Borsa Italiana, ha avuto una crescita dello 0,59%, terminando la settimana a 40.656,26 punti. In Germania, il DAX ha mostrato una solida performance, con un aumento dello 0,75%, chiudendo a 23.873,83 punti. Il CAC 40 Index francese ha registrato una crescita dell’ 1,85%, raggiungendo 7.886,69 punti. Infine, il FTSE 100 Index britannico ha guadagnato lo 0,59%, chiudendo a 8.684,56 punti.
FTSE MIB INDEX :
DAX INDEX :
CAC INDEX :
FTSE UK INDEX :
La settimana appena conclusa ha segnato un periodo di relativa stabilità per i mercati azionari europei, caratterizzata però da importanti sviluppi macroeconomici che potrebbero influenzare significativamente le dinamiche di mercato nei mesi a venire. Dall’inaspettata crescita dell’economia britannica alle tensioni commerciali internazionali, fino alle nuove prospettive sui tassi di interesse, analizziamo nel dettaglio gli avvenimenti più rilevanti degli ultimi giorni.
La notizia più sorprendente della settimana è arrivata dal Regno Unito, dove l’economia ha registrato una crescita dello 0,7% nel primo trimestre del 2025, superando le previsioni degli analisti che si attestavano attorno allo 0,6%. Si tratta del miglior risultato trimestrale degli ultimi tre trimestri, alimentato principalmente dal settore dei servizi, dagli investimenti e dalle esportazioni. Questa espansione rappresenta un segnale incoraggiante, soprattutto considerando il difficile contesto internazionale segnato dall’imposizione dei dazi statunitensi ad aprile.
L’ufficio statistico britannico ha evidenziato come la crescita sia stata trainata da forti aumenti nei settori dei servizi, degli investimenti e delle esportazioni. Il dato è particolarmente significativo se confrontato con il modesto +0,1% registrato nell’ultimo trimestre del 2024, e dimostra una notevole resilienza dell’economia britannica di fronte alle sfide globali.
Anche la zona euro ha mostrato segnali positivi, con la produzione industriale che ha registrato un balzo del 2,6% a marzo, superando l’aumento dell’1,1% di febbraio. Questo dato indica che il settore industriale europeo sta gradualmente emergendo da una recessione durata oltre due anni. In particolare, la Germania ha visto un aumento della produzione industriale del 3,1%, confermando segnali di ripresa nella principale economia manifatturiera dell’Unione.
A questo si aggiunge un surplus commerciale record per l’eurozona, che ha raggiunto i 36,8 miliardi di euro a marzo, rispetto ai 22,8 miliardi dello stesso periodo dell’anno precedente, alimentato principalmente da un forte aumento delle esportazioni, specialmente verso gli Stati Uniti.
La questione dei dazi imposti dall’amministrazione Trump continua a rappresentare una variabile cruciale per i mercati. Dopo un’iniziale ondata di incertezza, la settimana ha visto alcuni sviluppi positivi, con Trump che ha annunciato una pausa di 90 giorni sui dazi commerciali per lasciare spazio ai negoziati. Questa temporanea distensione ha influito positivamente sui titoli europei, in particolare nel settore del lusso, della tecnologia e dell’energia.
Tuttavia, l’incertezza commerciale rimane elevata. La BCE ha avvertito che una nuova ondata di dazi potrebbe far salire l’inflazione nell’eurozona fino a 0,5 punti percentuali, complicando gli sforzi della banca centrale per stabilizzare i prezzi e frenando la crescita economica. L’analisi della BCE suggerisce che una tariffa del 25% sui beni europei ridurrebbe la crescita del PIL dell’eurozona di circa 0,3 punti percentuali nel primo anno.
Le turbolenze commerciali hanno spinto la Banca Centrale Europea verso un approccio più accomodante in materia di tassi d’interesse. La BCE ha tagliato i tassi di 25 punti base nella riunione di marzo, portando il tasso sui depositi al 2,50%, e i mercati si aspettano ora ulteriori tagli nei prossimi mesi, con previsioni che indicano una riduzione al 2,00% entro la fine del secondo trimestre.
La decisione della BCE di ridurre i tassi è motivata dalla constatazione che il processo disinflazionistico è ben avviato, con l’inflazione che si è attestata al 2,2% a marzo, in calo rispetto al 2,3% di febbraio. Tuttavia, l’istituto di Francoforte ha sottolineato che seguirà un approccio dipendente dai dati, riunione per riunione, soprattutto nelle attuali condizioni di crescente incertezza.
Guardando alla settimana che sta per iniziare, gli investitori dovrebbero prestare particolare attenzione a diversi fattori che potrebbero influenzare significativamente i mercati:
- Sviluppi delle trattative commerciali: L’incontro tra funzionari americani e cinesi a Ginevra potrebbe fornire indicazioni sulla direzione futura delle politiche commerciali globali. Qualsiasi segnale di distensione potrebbe favorire ulteriormente i settori più esposti al commercio internazionale.
- Decisioni delle banche centrali: Con la BCE che si riunirà all’inizio di giugno, gli investitori monitoreranno attentamente le dichiarazioni dei funzionari dell’istituto di Francoforte per individuare segnali sulla direzione futura dei tassi d’interesse.
- Dati macroeconomici: La pubblicazione di nuovi dati economici potrebbe fornire ulteriori indicazioni sulla solidità della ripresa europea. Particolare attenzione sarà rivolta agli indicatori di inflazione e ai dati sull’occupazione.
- Risultati aziendali: Con la stagione degli utili ancora in corso, le performance finanziarie delle principali società europee continueranno a influenzare l’andamento dei mercati.
Stati Uniti
I principali indici azionari statunitensi hanno registrato una forte crescita, sostenuta da un accordo preliminare tra Stati Uniti e Cina per la riduzione temporanea dei dazi e da dati economici incoraggianti. Il Dow Jones Industrial Average ha guadagnato il 3,4%, chiudendo a 42.654,74 punti. L’ S&P 500 ha mostrato un rialzo del 5,3%, terminando la settimana a 5.958,38 punti. Il Nasdaq Composite, trainato dai titoli tecnologici, ha registrato un’impressionante crescita del 7,2%, chiudendo a 19.211,10 punti. Anche l’indice delle piccole imprese, il Russell 2000, ha avuto un incremento significativo del 4,5%, raggiungendo 2.113,35 punti.
NASDAQ COMPOSITE :
DOW JONES INDUSTRIAL AVERAGE :
S&P 500 INDEX :
La settimana appena conclusa sui mercati azionari americani ha segnato un punto di svolta significativo, trasformando radicalmente il sentiment degli investitori che nelle scorse settimane aveva subito un duro colpo a causa delle tensioni commerciali globali. Dal 12 al 16 maggio 2025, Wall Street ha vissuto una vera e propria rinascita, catalizzata dall’annuncio di un accordo tra Stati Uniti e Cina che ha portato alla sospensione temporanea della maggior parte dei dazi recentemente implementati. Questo sviluppo, insieme a dati incoraggianti sull’inflazione di aprile, ha generato un forte rimbalzo degli indici principali, riportandoli ai livelli pre-crisi.
Il momento più importante della settimana è stato senza dubbio l’annuncio dell’accordo tra Stati Uniti e Cina che ha stabilito una sospensione di 90 giorni per la maggior parte dei dazi commerciali reciproci. Questa tregua ha comportato una riduzione significativa delle tariffe americane sui prodotti cinesi, passate dal 145% al 30%, mentre quelle cinesi sulle importazioni statunitensi sono scese dal 125% al 10%. L’effetto sui mercati è stato immediato e potente: gli indici americani hanno registrato una delle sedute più positive degli ultimi anni, con il Dow Jones che ha guadagnato terreno in modo significativo e l’S&P 500 che è tornato sopra i livelli del 2 aprile, giorno in cui erano entrati in vigore i primi dazi.
Particolarmente rilevante è stata la reazione del settore tecnologico, tra i più esposti alle tensioni commerciali con la Cina. I titoli di colossi come Apple, che produce gran parte dei suoi dispositivi in Cina e deriva circa un quinto dei suoi ricavi dal mercato cinese, hanno registrato guadagni sostanziali. Anche altre aziende tecnologiche come Nvidia hanno beneficiato enormemente della distensione, evidenziando quanto il settore tech americano sia interconnesso con l’economia cinese.
L’accordo prevede anche negoziati futuri per risolvere questioni commerciali di lungo termine, inclusi potenziali accordi sull’export di chip avanzati per l’intelligenza artificiale verso alcuni paesi come l’Arabia Saudita, notizia che ha ulteriormente sostenuto i titoli tecnologici.
Il secondo fattore determinante per la settimana positiva è stato il rapporto sull’inflazione di aprile. Il Bureau of Labor Statistics ha comunicato che l’indice dei prezzi al consumo (CPI) è cresciuto del 2,3% su base annua, leggermente al di sotto delle previsioni che indicavano un aumento del 2,4%, segnando il ritmo più lento dall’inizio del 2021. Anche su base mensile, sia l’indice generale che quello core (escludendo alimentari ed energia) sono saliti dello 0,2%, al di sotto delle stime dello 0,3%.
Ancora più sorprendente è stato il dato sull’indice dei prezzi alla produzione (PPI), che misura l’inflazione a livello wholesale, sceso dello 0,5% ad aprile rispetto a marzo, contro previsioni di un aumento dello 0,2%. Il rapporto ha evidenziato che una parte significativa di questo calo è attribuibile alla riduzione dei margini, suggerendo che le aziende hanno finora assorbito parte dei costi dei dazi più elevati senza trasferirli completamente ai consumatori.
Questi dati hanno aumentato le aspettative di un possibile taglio dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve nei prossimi mesi, contribuendo ulteriormente all’ottimismo degli investitori.
Non tutti i dati economici della settimana sono stati positivi. L’Ufficio del Censimento ha riportato giovedì che le vendite al dettaglio sono cresciute solo dello 0,1% in aprile, un notevole rallentamento rispetto all’aumento dell’1,7% registrato a marzo. Questo calo ha interessato diverse categorie che avevano registrato forti aumenti a marzo, incluse le vendite di veicoli a motore e parti di auto, articoli sportivi e abbigliamento, suggerendo che i consumatori stanno moderando le loro spese dopo la corsa all’acquisto di beni di marzo in vista degli aumenti tariffari.
Inoltre, l’indice preliminare del sentiment dei consumatori dell’Università del Michigan è sceso per il quinto mese consecutivo a maggio, arrivando a 50,8 punti dai 52,2 di aprile. Secondo Joanne Hsu, direttrice delle indagini sui consumatori, “i dazi sono stati menzionati spontaneamente da quasi tre quarti dei consumatori, in aumento rispetto a quasi il 60% di aprile; l’incertezza sulla politica commerciale continua a dominare il pensiero dei consumatori sull’economia”. Le aspettative di inflazione per l’anno a venire sono balzate al 7,3%, in aumento rispetto al 6,5% di aprile, evidenziando preoccupazioni persistenti nonostante i dati ufficiali più favorevoli.
Questi segnali contrastanti indicano che, sebbene il mercato azionario abbia reagito con entusiasmo alla tregua commerciale, l’economia reale potrebbe richiedere più tempo per assorbire completamente l’impatto delle recenti turbolenze.
Il mercato obbligazionario ha mostrato una reazione più contenuta rispetto all’azionario. I rendimenti dei Treasury americani hanno oscillato durante la settimana in risposta ai vari dati economici, ma in generale sono aumentati, portando a rendimenti negativi per questa classe di attività. I titoli di Stato sono stati comunque superati dalle obbligazioni municipali, sebbene la debolezza del mercato Treasury e un consistente calendario di nuove emissioni abbiano pesato sul settore verso la fine della settimana.
Le obbligazioni investment-grade e high yield hanno avuto performance migliori rispetto ai Treasury, beneficiando delle notizie positive sul commercio e della riduzione delle tensioni geopolitiche. Gli investitori hanno ripreso ad accumulare credito societario, ritenendolo meno rischioso in un contesto di distensione commerciale.
Guardando alla prossima settimana, diversi fattori potrebbero influenzare l’andamento dei mercati azionari americani:
- Solidità dell’accordo commerciale: Gli investitori monitoreranno attentamente qualsiasi sviluppo o dichiarazione che possa chiarire la portata e la solidità dell’accordo di tregua. Particolarmente rilevanti saranno le notizie riguardanti i negoziati in corso e le reazioni di altri partner commerciali.
- Dati macroeconomici: Saranno pubblicati diversi dati economici importanti, tra cui quelli sul mercato immobiliare e sulla produzione industriale. Questi potrebbero fornire ulteriori indicazioni sulla salute dell’economia americana e sulla resilienza di fronte alle recenti turbolenze commerciali.
- Comunicazioni della Federal Reserve: Gli investitori presteranno molta attenzione ai discorsi dei funzionari della Fed per individuare segnali sulla futura politica monetaria, soprattutto alla luce dei recenti dati sull’inflazione più bassi del previsto.
- Risultati aziendali: Alcune importanti società riporteranno i loro utili, e le loro prospettive potrebbero influenzare il sentiment complessivo del mercato, specialmente per quanto riguarda l’impatto previsto dei dazi e dell’incertezza commerciale sui profitti futuri.
In termini di prospettive, pur essendo cautamente ottimisti, ritengo che la volatilità potrebbe rimanere elevata. La tregua commerciale di 90 giorni offre respiro ma non risolve le questioni strutturali alla base delle tensioni. Gli investitori dovrebbero prepararsi a possibili oscillazioni di mercato, soprattutto quando si avvicinerà la scadenza dell’accordo temporaneo.
Inoltre, le recenti preoccupazioni manifestate dai consumatori suggeriscono che l’impatto economico delle tensioni commerciali potrebbe non essere ancora completamente visibile nei dati macroeconomici. Le aziende che hanno assorbito parte dei costi dei dazi potrebbero dover eventualmente trasferirli ai consumatori, con potenziali ripercussioni sulla spesa e sulla crescita economica.
Nonostante queste cautele, è importante sottolineare che l’accordo di tregua ha significativamente ridotto il rischio immediato di una guerra commerciale totale, che rappresentava la preoccupazione principale degli investitori nelle scorse settimane. Questo, combinato con dati sull’inflazione incoraggianti, crea un contesto generalmente più favorevole per i mercati azionari americani rispetto alla situazione di appena un mese fa.
Per gli investitori, una strategia equilibrata che combini titoli growth del settore tecnologico, che hanno mostrato forte resilienza e sono ben posizionati per beneficiare della riduzione delle tensioni commerciali, con titoli value più difensivi potrebbe offrire il miglior compromesso tra potenziale di rialzo e protezione contro eventuali turbolenze future.
Cina
I principali indici azionari cinesi hanno registrato una performance contrastante, influenzata dalle tensioni commerciali con gli Stati Uniti e dai dati economici interni. Il Shanghai Composite Index ha chiuso la settimana con una flessione dello 0,40%, attestandosi a 3.367,46 punti. Anche il CSI 300, che rappresenta le principali società quotate sulle borse di Shanghai e Shenzhen, ha perso lo 0,46%, terminando a 3.889,09 punti. Il Shanghai 50, che include le cinquanta aziende più grandi della borsa di Shanghai, ha registrato una contrazione dello 0,86%, chiudendo a 2.716,66 punti. Infine, l’ Hang Seng Index di Hong Kong ha perso lo 0,46%, scendendo a 23.345,05 punti.
SHANGHAI COMPOSITE INDEX :
CSI 300 INDEX :
La settimana dal 12 al 16 maggio 2025 ha segnato un punto di svolta importante per i mercati azionari cinesi, caratterizzata da un mix di euforia iniziale e successiva riflessione. L’andamento delle borse di Shanghai, Shenzhen e Hong Kong è stato fortemente influenzato dall’esito dei negoziati commerciali con gli Stati Uniti svoltisi nel fine settimana precedente, che hanno prodotto risultati sorprendentemente positivi per Pechino. Tuttavia, come spesso accade nei mercati finanziari, ciò che inizialmente sembrava una notizia esclusivamente positiva ha rivelato implicazioni più complesse per l’economia cinese e le sue prospettive a breve termine.
Il rally dei mercati cinesi è iniziato con vigore nelle prime sedute della settimana, spinto dall’annuncio dell’accordo temporaneo raggiunto con gli Stati Uniti sui dazi commerciali. L’intesa, che prevede una riduzione delle tariffe americane sui prodotti cinesi dal 145% al 30% e una corrispettiva diminuzione delle tariffe cinesi sui prodotti americani dal 125% al 10% per un periodo di 90 giorni, ha superato le aspettative degli analisti e degli investitori.
Il fatto che l’accordo abbia soddisfatto quasi tutte le richieste fondamentali di Pechino ha generato un clima di ottimismo nei mercati azionari del Dragone. In particolare, gli investitori hanno accolto con favore la possibilità che vengano allentate le tensioni commerciali che hanno pesato sull’economia cinese nelle ultime settimane, con conseguenti ribassi significativi sui listini azionari.
Tuttavia, a partire da mercoledì, i mercati hanno iniziato a ridimensionare i guadagni, evidenziando un paradosso interessante: la prospettiva di un miglioramento delle relazioni commerciali con gli Stati Uniti ha attenuato le aspettative di un massiccio pacchetto di stimolo economico da parte del governo cinese.
Nelle settimane precedenti, infatti, proprio le preoccupazioni legate a una possibile escalation della guerra commerciale avevano alimentato le speranze di interventi significativi per sostenere l’economia. All’inizio di maggio, la People’s Bank of China (PBOC) aveva già sorpreso i mercati con un taglio imprevisto del coefficiente di riserva obbligatoria (RRR) di mezzo punto percentuale, liberando circa 1.000 miliardi di yuan (138 miliardi di dollari) di liquidità, e aveva ridotto il tasso di riacquisto a sette giorni di 10 punti base, portandolo all’1,4%.
Questa mossa aveva rappresentato un segnale chiaro della disponibilità delle autorità cinesi a intervenire per contrastare il rallentamento economico, alimentando le speranze di ulteriori misure di sostegno. Tuttavia, con l’accordo commerciale raggiunto e la prospettiva di tre mesi di relativa stabilità nei rapporti con gli Stati Uniti, il senso di urgenza per nuovi stimoli economici si è attenuato, portando a prese di profitto sui mercati azionari.
La settimana è stata caratterizzata anche da un acceso dibattito tra analisti ed economisti sulle reali condizioni dell’economia cinese e sulla necessità di ulteriori stimoli. Alcuni esperti sostengono che, nonostante la tregua commerciale, le sfide strutturali dell’economia cinese – tra cui la debolezza del mercato immobiliare, la contrazione dei consumi e l’elevato indebitamento delle amministrazioni locali – rimangano irrisolte e richiedano interventi più incisivi.
Altri analisti, invece, ritengono che l’attuale livello di stimolo sia adeguato e che il governo cinese stia adottando un approccio più misurato e sostenibile, evitando misure eccessivamente aggressive che potrebbero generare squilibri nel lungo periodo. In questo contesto, il mercato sembra aver interpretato l’accordo commerciale come un’opportunità per il governo di temporeggiare, mantenendo una politica di stimolo moderato mentre si lavora a una soluzione più duratura delle tensioni con gli Stati Uniti.
A livello settoriale, la reazione all’accordo commerciale è stata eterogenea. I titoli più esposti al commercio internazionale, come quelli dei produttori di beni di consumo e delle aziende tecnologiche, hanno registrato i guadagni maggiori nelle prime sedute della settimana. In particolare, le aziende che esportano componenti elettronici, dispositivi di consumo e macchinari verso gli Stati Uniti hanno beneficiato della prospettiva di tariffe più basse.
Anche il settore finanziario ha mostrato una buona tenuta, sostenuto dalle precedenti misure di stimolo monetario della PBOC e dalla possibile stabilizzazione dello yuan, la cui volatilità era aumentata significativamente in seguito all’imposizione dei dazi americani.
Più contrastata è stata invece la performance dei titoli legati al mercato interno, come quelli del settore immobiliare e dei servizi, che hanno risentito delle aspettative di un potenziale rallentamento degli stimoli governativi. Anche i titoli legati alle materie prime hanno mostrato una certa debolezza, riflettendo le preoccupazioni per la domanda futura in un contesto di crescita economica ancora incerta.
Mentre i mercati cinesi cercano di trovare un equilibrio tra l’ottimismo per la tregua commerciale e la prudenza sulle prospettive economiche, diverse incognite rimangono all’orizzonte.
La prima riguarda la durata e l’efficacia dell’accordo con gli Stati Uniti. I 90 giorni di tregua rappresentano un periodo relativamente breve, durante il quale le due potenze dovranno lavorare a un’intesa più ampia e duratura. Non è chiaro quali concessioni Pechino sarà disposta a fare per raggiungere un accordo definitivo e come queste potrebbero influenzare la crescita economica nel medio termine.
Un altro elemento di incertezza è rappresentato dalla reale volontà del governo cinese di ampliare gli stimoli economici. Sebbene le autorità abbiano mostrato una certa propensione a intervenire quando necessario, resta da vedere se saranno disposte a implementare misure più aggressive qualora la ripresa economica dovesse rivelarsi più debole del previsto o qualora le tensioni commerciali dovessero riemergere.
Infine, rimane da valutare l’impatto delle recenti politiche sulle dinamiche inflazionistiche e sulla stabilità del sistema finanziario cinese. Un allentamento eccessivo della politica monetaria potrebbe generare pressioni inflazionistiche o alimentare bolle speculative in alcuni settori, complicando ulteriormente il compito delle autorità di stabilizzare l’economia.
Guardando alla prossima settimana, diversi fattori potrebbero influenzare l’andamento dei mercati azionari cinesi.
In primo luogo, l’attenzione degli investitori sarà rivolta a eventuali dichiarazioni o iniziative da parte delle autorità cinesi riguardo alle politiche economiche future. Qualsiasi indicazione di un possibile ampliamento degli stimoli o, al contrario, di una pausa nella loro implementazione potrebbe avere un impatto significativo sui mercati.
Sarà importante anche monitorare gli sviluppi dei negoziati commerciali tra Stati Uniti e Cina. Eventuali segnali di progresso verso un accordo più ampio e duraturo potrebbero rafforzare la fiducia degli investitori, mentre indicazioni di difficoltà o intoppi potrebbero generare nuove preoccupazioni.
Infine, i dati macroeconomici in uscita, come quelli relativi alla produzione industriale, alle vendite al dettaglio e agli investimenti in immobilizzazioni, forniranno ulteriori elementi per valutare lo stato di salute dell’economia cinese e l’efficacia delle misure di stimolo finora adottate.
In questo contesto, mi aspetto che i mercati azionari cinesi mantengano una certa volatilità nella prossima settimana, con possibili movimenti laterali in attesa di maggiore chiarezza sulle prospettive economiche e commerciali. Gli investitori più prudenti potrebbero privilegiare i titoli di aziende con solidi fondamentali e una limitata esposizione alle tensioni commerciali, come quelle operanti nei settori dei beni di consumo essenziali, della sanità e delle energie rinnovabili, che beneficiano del sostegno del governo cinese per lo sviluppo tecnologico nazionale.
D’altra parte, gli investitori con un maggiore appetito per il rischio potrebbero trovare opportunità nei settori più colpiti dalle recenti turbolenze, come quello tecnologico e dell’e-commerce, dove le valutazioni di alcune aziende leader potrebbero essere diventate interessanti dopo le recenti correzioni. Tuttavia, sarà fondamentale un approccio selettivo, privilegiando le aziende con modelli di business solidi, una buona posizione competitiva e una limitata vulnerabilità alle tensioni geopolitiche.
Il nostro impegno quotidiano è rendere l’analisi dei mercati finanziari accessibile a tutti, offrendovi gratuitamente approfondimenti e notizie che vi aiutano nelle vostre decisioni d’investimento. Se i nostri contenuti hanno contribuito ai vostri successi in borsa, considerate di sostenere il nostro progetto con una donazione.
Anche un piccolo contributo – l’equivalente di un caffè, un aperitivo o una pizza – ci permette di continuare a dedicarci con passione a questa missione, mantenendo il sito gratuito e in costante aggiornamento. Il vostro supporto è il carburante che alimenta la nostra dedizione!
0
0
Voti
Dai una valutazione a questo articolo
Login
Please login to comment
0 Commenti
Il piú vecchio
Il piú nuovo
Il piú votato
Inline Feedbacks
Guarda tutti i commenti
* Il contenuto e le informazioni pubblicate da altogain.it sia sul nostro sito che sulle nostre piattaforme social non sono consigli di investimento o raccomandazioni per acquistare, detenere o vendere titoli.
* Non siamo responsabili dell’autenticazione del contenuto e / o delle informazioni che sono state pubblicate su qualsiasi canale di comunicazione attraverso il quale il nostro team condivide i contenuti.
* Le informazioni fornite dal team di Altogain.it sono intese esclusivamente a scopo informativo e sono ottenute da fonti ritenute affidabili. Le informazioni non sono in alcun modo garantite e, inoltre, l’accuratezza e la legittimità delle informazioni fornite non vengono verificate. Nessuna garanzia di alcun tipo è implicita o possibile laddove si tentino proiezioni di condizioni future relative ai titoli.
* Non ci sono membri del team di Altogain.it registrati come broker di sicurezza o consulenti per gli investimenti.
* Il team di Altogain.it, i suoi dipendenti, volontari e terze parti prendono parte alle attività di security trading. Nessuno è tenuto a partecipare all’acquisto o alla vendita di opportunità di investimento condivise su nessuna delle piattaforme di Altogain.it. Detti dipendenti, volontari e terze parti investiranno e scambieranno titoli a loro discrezione personale senza preavviso, in qualsiasi momento.
* Altogain.it non è responsabile per eventuali perdite o danni derivanti dall’utilizzo di una qualsiasi delle idee o strategie di investimento.
* Spetta completamente alla discrezione dell’individuo prendere decisioni in merito al trading o all’investimento in titoli.
